Un percorso suggestivo, ricco di storia, paesaggi incantevoli, panorami a perdita d’occhio sulla valle del Lavino, monumenti dell’uomo e della natura. Si incontrano infatti case padronali del ‘700, ulivi millenari e querce secolari, boschi e castagneti che sono un inno alla meraviglia della natura. In questa zona sono state girate scene del pluripremiato film del 2009 “L’uomo che verrà” di Giorgio Diritti, ambientato nel 1944.
Si percorre un tratto dell’antica via costruita in età medioevale per consentire ai brentatori di trasportare uva, vino e mosto dai terreni del contado fino a Bologna. Con la brenta sulle spalle seguivano i sentieri tra le colline, protetti dalle scorrerie di pianura. Facciamo la strada con loro, e lungo il percorso ci immergiamo nelle bellezze di una natura sorprendente, tra vigneti e borghi antichi, panorami incantevoli, calanchi spettacolari e un silenzio che fa bene all’anima.
Il percorso è caratterizzato da una armonia perfetta tra suggestivi contesti naturalistici e affascinanti testimonianze di epoche passate. A rendere unico questo itinerario sono i borghi storici e le case-torri medioevali sorte per il controllo e la difesa del territorio, ora abitazioni rurali. Storici sono anche i cipressi monumentali del cimitero di Gavignano, le querce e i castagneti secolari. Spettacolari i panorami sulla pianura e sulle montagne, e le curiosità, come la leggenda di Monte Bonzara e l’inginocchiatoio dell’800 con vista sul Santuario di San Luca.
Un breve sentiero interamente immerso nel bosco, per chi cerca emozioni, profumi, colori che rilassano e infondono serenità. Si cammina nella bellezza del paesaggio storico dell’Appennino bolognese, tra castagneti secolari e tradizioni conservate con cura dai produttori locali. Le vedute panoramiche sull’alta valle del Lavino costringono a fermarsi, per respirare e godere della pace trasmessa da questi luoghi magici.
Un itinerario nella storia, che rievoca un passato di castelli e cavalieri, ma anche di vita rurale, caratterizzata dal fermento delle antiche pievi medioevali. Come quella di San Lorenzo, sorta tra il IV e il VI sec. d. C., che amministrava un vasto territorio e che nell'anno 1300 contava sotto la sua giurisdizione ancora 22 chiese. A testimonianza, restano la chiesa e l’Oratorio del castello. Merita una sosta la chiesa di Amola, con i suoi piccoli capolavori artistici. Una deviazione consente la veduta sui calanchi in cui fu ritrovato lo scheletro di una balena pliocenica.
Con questo itinerario si aprono i cassetti che racchiudono la memoria del nucleo abitato di Monte San Pietro alto, e riaffiorano tracce della sua storia, testimoniata dai palazzi storici Salimbeni - Giusti, antica sede del Municipio, e Calzolari. Il borgo di Case Vallona costituito dalla tipica casa rurale appenninica, dalla torre militare, da antichi pozzi, stalle e fienili completa questa emozionante immersione nella memoria. Lungo il percorso si possono ammirare gli “Affioramenti di San Giuseppe”, concrezioni argillose contenenti conchiglie fossili del Pliocene.
Un itinerario variegato, che unisce aspetti naturalistici e memoria del territorio. A stupire sono i bellissimi paesaggi collinari e soprattutto la vista spettacolare sui calanchi di Monte San Michele, una visione che lascia senza fiato, un panorama che rivela la forza e la straordinaria potenza della natura. Lungo il percorso, la chiesa di Monte San Giovanni che ospita uno degli organi più antichi d’Europa, la casa torre Castagneto, l’Antica Canonica, lo storico Palazzo Baravelli e l'Ospitale, che fu tappa di viandanti.
Un itinerario che rievoca vicende e narrazioni di epoche antiche, cronache di semplici giornate di borgata, storie di viandanti e artisti. Si calpesta un tratto dell’antico percorso della Piccola Cassia, che conduceva i pellegrini verso Roma, e si attraversano borghi storici ben conservati, capaci di trasmettere ai visitatori tutta la magia e il fascino dei secoli passati. L’Abbazia della Badia e gli edifici storici di età medioevale, con le loro architetture di pregio, rendono questo itinerario una esperienza emozionante. Incantevole la vista sulla valle del Samoggia, particolarmente suggestiva durante la fioritura delle ginestre.
La Piccola Cassia ripercorre quel tratto d’Appennino che già i Romani utilizzavano per raggiungere la Pianura Padana centrale salendo da Pistoia in direzione di Modena e Bologna. Nell’Alto Medioevo diventò una strada longobarda che portava i pellegrini a Roma congiungendosi con la via Francigena. Il tratto da Bazzano a Rocca Corneta, interamente tabellato e percorribile, è ricco di tante testimonianze storico-religiose: Rocca di Bazzano, Abbazia di Monteveglio, Castello di Serravalle e S. Apollinare, Abbazia e museo della Badia, Santa Lucia e Pieve di Roffeno, Bombiana, Rocca Corneta e tanti borghi storici. Attraversando un paesaggio rurale e naturale particolarmente interessante, si vive un’intensa esperienza culturale e spirituale, insieme ad una gustosa esperienza gastronomica.
Sulle colline tra Monteveglio, Monte San Pietro e Zola Predosa si sviluppa la Via dei Brentatoruna antica strada del vini, o nata a metà del 1200 dalla necessità di trasportare vino e mosto dai terreni del contado alla città di Bologna, protetti dalle scorrerie delle truppe modenesi. Il percorso trae il nome dalla gerla (brenta) caricata sulle spalle e utilizzata per il trasporto del vino tra le colline, ed è ancora percorribile quale ideale filo conduttore attraverso cui riscoprire la locale tradizione della viticoltura. https://www.compagnia-arte-brentatori.org/
Il Comune di Monte San Pietro è attraversato da una dorsale di crinale lunga 31 chilometri che costituiva un’antica via di collegamento tra i paesi e le frazioni dei colli bolognesi. Si tratta di un sentiero tabellato e manutenuto dal CAI che parte da Zola Predosa e termina a Vedegheto, passando da San Lorenzo in Collina, Monte San Pietro alto, Oca, Rovere, Gavignano, Montepastore.
L'ANPI di Monte San Pietro è impegnata da sempre nel coltivare la memoria di chi ha liberato Monte San Pietro dal fascismo. Con questo racconto intendiamo rinnovare e aggiornare la mappa dei cippi commemorativi sparsi sul territorio e raccontare qualche episodio relativo alle circostanze dell'uccisione delle persone i cui nomi sono scritti sulle pietre che li ricordano. Non è un trattato di storia, perché le nostre fonti sono le testimonianze e i ricordi di uomini ormai non più in vita e dei loro familiari che hanno voluto raccontare e tramandarci, con grande generosità, le loro dolorosissime esperienze. Tutti i fatti ricordati sono avvenuti tra l'estate del 1944 e la Liberazione.
A partire dal bellissimo punto panoramico di Croce delle Pradole, dove il ramo est del Cammino Storico della Piccola Cassia interseca la strada provinciale Lavino SP26, è stato tracciato un percorso di 7 km che arriva all’Osservatorio Astronomico “Felsina”. Con la scala di uno a un miliardo, 7 km corrispondono a 7 miliardi di km dove, nello spazio interplanetario, viene a trovarsi la cosidetta Fascia di Kuiper, una zona che possiamo considerare come la prima periferia del nostro Sistema Solare, ove orbita un gran numero di asteroidi, comete e alcuni pianeti nani. L’obiettivo è percorrere a piedi i 7 km fino a raggiungere la Cupola dell’Osservatorio, che rappresenta il Sole, il centro del nostro Sistema Solare. Il percorso segue i sentieri CAI 209, 138, 142 e 146a in modo da poter godere di luoghi di inaspettata bellezza e interesse naturalistico, come il laghetto sorgivo del torrente Lavino, campi, frutteti, boschi, ruscelli, radure e con profumi che mutano con le stagioni.